Saluto a don Antonio Bianchi, parroco di San Michele,  nel giorno del suo funerale,

San Michele Tiorre, 19 maggio 2005

 

 

 

A nome della comunità parrocchiale di San Michele desidero rivolgere l’ultimo saluto al nostro parroco don Antonio prima di accompagnare le sue spoglie mortali al camposanto.

 

Ancora una volta la mano del Signore mi ha toccato e mi ha toccato fortemente con dolore grande ma anche soavemente per il Suo grande amore”. Così iniziava la sua ultima lettera alla comunità in occasione della Santa Pasqua di quest’anno.

Ora, finalmente, la mano del Signore ti ha sollevato e ti ha portato dove il dolore grande si tramuta in gioia grande.

 

Trentatre anni di servizio pastorale!

Quanti ricordi affluiscono alla nostra mente che vorremmo tradurre in parole, li serberemo nel nostro cuore affinché ci accompagnino nella vita.

Quanto abbiamo condiviso insieme: abbiamo gioito, insieme; lottato, insieme; pianto, insieme per le amarezze che inevitabilmente scaturiscono da questo operare ma ci siamo sempre poi ritrovati uniti e incoraggiati dalla Parola di Dio che Lei, Don, sapeva interpretare con la sua profonda spiritualità.

Grazie per esserci stato padre e maestro!

Grazie per esserci stato esempio di umiltà (ricordo sempre quelle scarpe rotte…. ), di dedizione totale ai fratelli!

Infine Grazie per le Grandi Sofferenze offerte per la salvezza dei suoi parrocchiani: è stato questo il suo/Tuo ultimo e più grande Dono!

 

Ricordo, personalmente, quanto il nostro Don si commuoveva quando, andandolo a trovare, gli portavo i saluti della gente, quando gli ricordavo l’infinita tristezza della comunità per la sua assenza e lui, con quel sorriso imbarazzato da fanciullo, che tentava di celare soddisfazione, usciva con questa frase: “ eh…. insomma… 33 anni non sono 2 giorni, se non altro…. qualche segno l’avrò lasciato.”

Ha lasciato ben più di ‘qualche segno’ e solo il Signore sa quanto questo sacerdote ci ha dato, nonostante i suoi continui scrupoli per quello che, come lui soleva ripetere, “non ho fatto o fatto male”.

Oggi torniamo a ripeterle, Don amatissimo, quanto le dicemmo in occasione dei suoi venti anni fra di noi e che tanto le era piaciuto: Non sta a noi stabilire quanto frumento è finito nel granaio perché i nostri sistemi di misura non sono quelli di Dio.

 

In questi 33 anni lei ha visto questa comunità raddoppiare, era alle soglie dei 1000 abitanti quando arrivò ed ora la lascia alle soglie dei 2000; ci sono stati momenti molto belli come quando riaprimmo al culto questa chiesa gravemente danneggiata dal terremoto del 1971, poi l’acquisto del terreno per il campo da calcio, la costruzione del circolo-oratorio (suo e nostro grande vanto), divenuto punto di aggregazione vitale per la parrocchia. Ancora don Antonio soleva ricordare con commozione la settimana Mariana con l’immagine della  Madonna di Fatima che vide la partecipazione, inaspettata, di tantissime persone.

Il rammarico più grande, ripeteva, è quello di non essere riuscito ad avvicinare alla Chiesa tante persone lontane, di avere perso, strada facendo, tanti ragazzi, pregherò per questo,  siamo certi che ora continuerà a pregare per questo e con maggior successo.

 

Attingiamo alla sua lettera alla parrocchia come ad una sorta di Testamento Spirituale perché le sue parole si sono rivelate profetiche e lasciano spazio alla meditazione. Di fronte ad una parrocchia sempre più esigente e, inversamente, dovendo fare i conti con le forze fisiche in continuo calo, scriveva: “è meglio che uno solo muoia piuttosto che tutto il popolo perisca, è bene che mi sacrifichi io piuttosto che ne abbiate a soffrire voi, comunque stiamo pronti alla volontà di Dio.”

Oggi, carissimo Don, il Signore ha accolta questa sua richiesta e noi ora ci sentiamo tristi e smarriti ma confidiamo nella Divina Bontà e Misericordia, confidiamo anche, ora, in un nuovo protettore: prega per noi don Antonio amatissimo, prega per questa comunità parrocchiale affinché non sia mai lasciata senza guida spirituale e possa passare dal lutto alla gioia dell’  Habemus Papa, Habemus Pastore”, altrimenti vano vedremmo il suo sacrificio. Lei sa, Don, insieme a noi, quanto questa numerosa comunità abbia bisogno di un sacerdote!

 

Ora ti salutiamo o Pastore Buono facendo nostra la tua ultima esortazione pasquale:  Gesù è veramente morto, Gesù è veramente Risorto! E quindi è vivo, vivo nella Sua Chiesa e per mezzo di essa continua la Sua missione.

 

Arrivederci in Paradiso!

 

Per sempre la tua famiglia cristiana di San Michele.

 

 

 

A nome della comunità parrocchiale di san Michele, ringrazio Sua Eccellenza Mons. Bonicelli, il Vicario Mons. Ranieri le autorità civili rappresentate dal sig. Sindaco, il capitano e maresciallo dei carabinieri e tutti i sacerdoti che con la loro presenza hanno onorato il nostro parroco, questo ‘umile lavoratore della vigna del Signore’.

Il Signore vi benedica.